venerdì 21 maggio 2010

Senza zucchero? No grazie.

Se si segue un’alimentazione bilanciata e corretta, non c’è bisogno di ricorrere agli alimenti cosiddetti “light” . A tavola devono essere presenti frutta e verdura in abbondanza, carboidrati a sufficienza (possibilmente derivanti da cereali integrali, ricchi di fibra), proteine animali non in eccesso, grassi “buoni” nella giusta quantità.
La colazione deve essere completa e non va mai saltata. I cibi industriali devono essere presenti il meno possibile ed essere attentamente scelti. Meglio rivolgersi alle aziende biologiche, più attente alla qualità, a partire dai campi fino al prodotto finito...
Il livello di zuccheri semplici non deve superare il 10-12% dell’energia giornaliera. Ed è preferibile sostituire lo zucchero bianco con il consumo di zucchero grezzo, miele o malto, e di dolci fatti in casa piuttosto che industriali.

Il nostro organismo non è strutturato per ricevere grandi quantità di zuccheri. La frutta è stata la fonte principale del sapore dolce che i nostri antenati hanno potuto permettersi per milioni di anni. Inoltre gli zuccheri non sono stati consumati sotto forma raffinata fino a tempi recentissimi e non è un caso che l’obesità si sia diffusa di pari passo. Il paradosso è che oggi introduciamo dosi elevate di cibi dolci a base di zuccheri raffinati, per poi tentare di ridurre le calorie usando dolcificanti sintetici.

La dicitura “senza zucchero” nasconde un inganno. Infatti lo “zucchero” che dovrebbe mancare , cioè il saccarosio, in realtà è sostituito con qualcos’altro. Quando va bene con una serie di zuccheri ottenuti dalla lavorazione del glucosio o provenienti comunque dal mondo vegetale (fruttosio, mannitolo, sorbitolo, xilitolo, isomalto, maltitolo, ecc.). Quando va meno bene ci troviamo invece di fronte a dolcificanti sintetici (aspartame, acesulfame, sucralosio, saccarina, ciclammati). Più spesso le due categorie vengono abbinate in miscele varie (ad esempio maltitolo più aspartame e acesulfame), perché alcuni zuccheri della prima categoria hanno meno calorie, ma anche un basso potere dolcificante, mentre gli edulcoranti sintetici hanno al contrario un alto potere dolcificante (e pochissime calorie), ma non sono ammessi in alte dosi. Questo perché numerosi studi, facilmente reperibili per un consumatore attento, ne segnalano la pericolosità.

Il caso più eclatante è quello dell’aspartame, che già nel 1980 fu ritirato dal mercato americano ad opera della FDA (Food and Drugs Administration) per la presenza di ricerche scientifiche che ne sancivano la pericolosità per la possibile induzione di tumori cerebrali. Da allora la storia dell’aspartame è tutta una serie di intrecci tra politica e affari che poco hanno a che vedere con la salute dei consumatori. Infatti, anche se continuano ad essere pubblicati lavori scientifici allarmanti (l’ultimo proprio quest’anno ad opera del Centro di Ricerca sul Cancro di Bologna, dal quale risulta una correlazione elevata tra uso di aspartame e nascita di nuove forme tumorali, in particolare leucemie e linfomi), il prodotto continua a rimanere in maniera massiccia sul mercato.

L’aspartame è presente nel 90% dei prodotti con dicitura LIGHT o SENZA ZUCCHERO: bevande, gomme da masticare, dolciumi, caramelle, yogurt, marmellate, ma anche farmaci (compresi sciroppi e antibiotici per bambini!).

Storie analoghe riguardano anche gli altri dolcificanti sintetici, continuamente in bilico fra studi che ne dimostrano la pericolosità e smentite da parte delle industrie chimiche e alimentari.

Il compromesso raggiunto nella lotta tra gli interessi economici delle industrie e chi vuole tutelare la salute è quello di imporre al produttore di scrivere alcune avvertenze sulle etichette. Basta infatti leggere su una
qualsiasi bevanda “sugar free” per scoprire, in caratteri microscopici, che l’assunzione viene vietata alle donne in gravidanza ed ai bambini piccoli. Il loro uso è infatti sconsigliato fino al terzo anno di età e durante la gravidanza e l’allattamento. Il che fa pensare che poi così innocui non sono, neanche alle basse dosi ammesse dalle normative vigenti.

Ma restiamo tranquilli… I polioli (maltitolo, sorbitolo, xilitolo, mannitolo, ecc.) non pare siano tossici, l’unico problema è che in dosi eccessive hanno effetto lassativo e lo troviamo infatti scritto sull’etichetta dei prodotti che li contengono. Quindi se vostro figlio ha la tosse, gli date uno sciroppo e mangia qualche caramella in più del solito, magari perché balsamica o alla propolis, non pensate alla complicazione di un virus se poi ha la diarrea! Dobbiamo infatti aver presente che quella “dose eccessiva” è molto facile da raggiungere per un bambino, specie se piccolo.

Un’altra classe di sostitutivi dello zucchero di nuova generazione sono gli sciroppi di glucosio-fruttosio, di mais e di frumento prodotti a partire da amidi vegetali (più comunemente di mais), tramite l’utilizzo di enzimi. Risulta siano anch’essi innocui, almeno dal punto di vista tossicologico. Sono largamente impiegati nell’industria dolciaria non per creare prodotti ipocalorici, ma perché si prestano facilmente alla preparazione di molti prodotti: dolci, cereali, biscotti, snacks e yogurt, sport drinks, ketchup, ecc. I consumi di questo tipo di dolcificanti sono notevolmente aumentati negli ultimi anni, ma alcuni scienziati hanno lanciato un allarme sulla possibile correlazione tra questo aumentato consumo e l’insorgenza di patologie dismetaboliche (obesità, diabete, ipertensione, malattie cardio-vascolari).

E che dire del fruttosio? Il suo consumo è andato incrementando esponenzialmente negli ultimi trent’anni perché ha un indice glicemico più basso rispetto al saccarosio (determina cioè un più moderato aumento della glicemia). Ma molti ricercatori hanno evidenziato che la sua assunzione a lungo termine determina un aumento della concentrazione dei trigliceridi nel sangue.

Mi fermo qui con questo allarmante elenco di sostanze nocive che ci vengono proposte in maniera massiccia e spesso nascosta. Non voglio fare terrorismo. Tuttavia ribadisco l’importanza di essere informati, contro messaggi spesso ingannevoli lanciati per reclamizzare prodotti che esibiscono accattivanti promesse di far bene alla nostra salute, come cereali che “aiutano a trovare regolarità e mantenere la linea” o succhi di frutta “ricchi di antiossidanti e poveri di calorie” . Ad una attenta lettura dell’etichetta scopri poi che tale succo è povero di calorie perché contiene aspartame e acesulfame K al posto dello zucchero, e riflettendo ancora concludi che, in quanto ad antiossidanti, non c’è nulla di più ricco di tali preziose sostanze che una spremuta di arance fresche, ricche di vitamina C, l’antiossidante per eccellenza. Magari ci capita di acquistare questi prodotti, perché cominciamo ad avere qualche anno in più, e consumare antiossidanti ci dà l’impressione di far qualcosa per contrastare l’invecchiamento, mentre le poche calorie ci rassicurano sul fatto che non ingrasseremo ulteriormente.

E poi inevitabilmente questi prodotti, se sono in casa, finiranno nei piatti o nei bicchieri, insomma nelle pance, anche dei nostri figli.

Oltre a ciò, vi è addirittura chi sostiene che, al di là dell’effetto cancerogeno, presunto o reale, comunque fortemente sospetto, l’assunzione di dolcificanti artificiali stimoli la fame! Come se il corpo ricevesse un consistente segnale zuccherino, senza poi effettivamente ricevere le calorie per le quali si è predisposto, ed il risultato è poi che quelle calorie se le va a cercare.

Chi usa lo zucchero in modo corretto (ovvero poco!), può tranquillamente evitare alimenti che ne sono artificiosamente privi. Anche chi pensa di dimagrire o star leggero consumando latte scremato o yogurt magro è fuori strada: il poco potere saziante di questi prodotti ci spingerà a cercare zuccheri negli orari più sbagliati!

Pubblicato anche su: www.ara-macao.it newsletter dicembre 2009

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